Fratello maggiore del Vermouth Bianco di Prato, probabilmente è anche l’antesignano dei Vermouth in generale. Nasce come vino aromatizzato prodotto a fine anno per essere degustato
durante le feste natalizie. Alla vista è limpido, di colore paglierino ambrato;al naso è molto intenso, persistente, con sentori erbacei e fruttati. In bocca è equilibratamente dolce, molto sapido, caldo, con piacevole retrogusto amarognolo di giusta persistenza.
La ricetta originale è stata trascritta nel 1737 da Stefano Buonamici che faceva parte di una famiglia nobile Pratese, imparentata anche con Galileo Galilei, e che si dilettava nel raccogliere ricette di bevande all’uso di quei tempi.
Dopo una scrupolosa ricerca storico/didattica durata vari anni, Fabio è riuscito a recuperare la ricetta ed a mettere in commercio nel 2016 la prima bottiglia di questo eccellente Vermouth bianco.
E’ prodotto manualmente con ottimo vino bianco toscano e con spezie e piante officinali biodinamiche o biologiche come da tradizione secolare.
“Si dice che il primo italiano a denominare Vermut questo tipo di vino aromatizzato
sia stato Cosimo Villifranchi nella sua “Oenologia Toscana o sia Memoria sopra i vini”,
stampata a Firenze nel 1773 e premiata dall’Accademia dei Georgofili.
Nel 1786 a Torino Benedetto Carpano dette il via all’industrializzazione del liquore
diffondendolo ovunque la fama lo portasse.
Ma le ricette di Stefano Buonamici sono precedenti, sicuramente non successive al 1737.
Questa è da considerare una data ante quem, giacché se non prova l’origine toscana, o meglio pratese, della diffusione del Vermut, ne attesta la presenza quattro decenni prima della denominazione italiana”.
(Fonte: Ricette per i “bon vivants” negli archivi settecenteschi della famiglia Buonamici
di Elisabetta Faldi)
Ingredienti: Vino bianco, alcool, zucchero, enula campana, assenzio romano e pontico, genziana, zedoaria, noce moscata, cannella, calamo aromatico, chiodi di garofano, macis, centaurea minore, coriandolo, scorza limone, scorza arancia dolce, scorza arancia amara, buccia pesca cotogna
Elder brother of White Vermouth from Prato, it is probably also the forerunner of Vermouth in general. It born as flavored wine produced at year end to be tasted during the festive season.
The view is clear, pale amber color The nose is very intense, persistent, with herbaceous and fruity scents. The taste is sweet in a balanced, very fruity, warm, with a pleasant bitter aftertaste of the right persistence.
The original recipe was written down in 1737 by Stefano Buonamici who was a member of a noble family of Prato, also related to Galileo Galilei, and who delighted in collecting drink recipes use of those times.
After a careful historical research / teaching lasted several years, Fabio managed to retrieve the recipe and put on the market in 2007 the first bottle of this excellent white vermouth.
Is produced manually with great Tuscan white wine with spices and medicinal plants biodynamic or biological as secular tradition
“It is said that the first Italian to call Vermouth this type of flavored wine was
Cosimo Villifranchi in its “Oenology Tuscany or both Memory on the wines”
printed in Florence in 1773 and awarded by the Academy of Georgofili.
In 1786 (in Turin) Benedetto Carpano gave the green light to the industrialization of liquor
spreading it everywhere fame take him.
But the recipes of Stefano Buonamici is prior to, not subsequent to 1737 definitely.
This is considered a date ante quem, because if you do not test the Tuscan origin, or rather the Prato, the spread of Vermouth, attests the presence four decades before the Italian name. ”
(Source: Recipes for “bon vivants” in eighteenth-century archives of the Buonamici family
Elizabeth Faldi)
Ingredients: white wine, alcohol, sugar, enula campana, roman and Pontic absinth, gentian, zedoaria, nutmeg, cinnamon, aromatic calamo, cloves, mace, centaury, coriander, lemon zest, sweet orange peel, bitter orange peel and peach peel
15% Vol.